giovedì 27 novembre 2008

L'arroganza non paga

L'Amministrazione, con un messaggio mail firmato dal Delegato del Rettore al Personale, ha comunicato di avere "temporaneamente" bloccato il procedimento relativo alla riorganizzazione dell'Ateneo. La comunicazione è arrivata alle organizzazioni sindacale e agli interessati ai provvedimenti di trasferimento (sia "coatti" che volontari).

Viene data come motivazione della sospensione l'emanazione del nuovo Contratto nazionale, avvenuta il 16 ottobre scorso.

Il Contratto nazionale modifica le procedure per la mobilità interna ed in particolare rinvia alla contrattazione locale le modalità per la gestione dei trasferimenti d'ufficio, come peraltro avevamo segnalato in contrattazione già diverso tempo fa, visto che il testo del contratto era noto dalla fine di luglio.

Le norme del Contratto nazionale si propongono di tutelare meglio il personale e di dare maggiore trasparenza alla mobilità interna sottraendola il più possibile alla logica delle clientele e della discrezionalità.

Le modifiche del Regolamento di Mobilità Interna del nostro Ateneo, volute dall'Amministrazione e avallate dalla maggioranza delle organizzazioni sindacali andavano nella direzione opposta.

L'operazione compiuta sui trasferimenti, nella quale venivano mescolate arbitrariamente situazioni molto diverse, si è rivelata arrogante, pasticciata e priva delle basi minime di legittimità.

L'avevamo definita "un'arma da guerra" contro il personale tecnico-amministrativo. Si è rivelata, per fortuna e per l'opposizione determinata di alcune organizzazioni sindacali, tra cui RdB, un'arma spuntata. Questo è un bene per tutti, non solo per chi era stato, in questo momento, direttamente ed ingiustamente colpito da un provvedimento di trasferimento coatto.

Adesso bisogna subito ripristinare condizioni di legalità a partire dall'applicazione del contratto nazionale sulla mobilità volontaria e dall'apertura del confronto in contrattazione sulla mobilità d'ufficio, disattivando l'art.3 del Regolamento d'Ateneo.

Se si vuole trarre una "morale" da questa come da altre vicende pensiamo che:

1) perseguire il confronto preventivo con tutte le parti sindacali, anziché seguire improvvisati e non disinteressati "consiglieri", eviterebbe all'Amministrazione di commettere errori grossolani;

2) in un momento di difficoltà per l'Ateneo è ancora più importante che chi ha il potere dimostri di saperlo utilizzare nell'interesse generale, valorizzando al meglio l'impegno e la disponibilità che tanti dipendenti mettono tutti i giorni perché le cose funzioni.

Nessun commento: