giovedì 21 febbraio 2008

Le RdB si astengono sul Piano Triennale: "Come nel bilancio preventivo 2008, manca una vera politica di sviluppo dell'Università"

Il Consiglio di Amministrazione, convocato per il giorno 12 febbraio 2008, aveva all'ordine del giorno la richiesta di parere sul "PIANO PROGRAMMATICO" previsto dall'articolo 2 comma 429 della Legge Finanziaria, e contenente importanti decisioni circa la revisione dell'offerta formativa, la riapertura straordinaria delle procedure di valutazione comparativa a professore di ruolo secondo la Legge 2101998, bandi di posti di ricercatori.
Il Programma Triennale, nel quadro finanziario di riferimento, prevede per l'anno 2009 un disavanzo di 12.651.586,00 euro e per l'anno 2010 un disavanzo di 15.111.904,00 euro, ed inoltre una erogazione dei contributi assegnati dal MUR a titolo di FFO per il 2008 di 130,783.090,00 (presunto) pari all'erogazione del 2007.
Non ho espresso parere favorevole al "Piano di Programmazione triennale 2007-2009" presentato dall'Amministrazione perché il "PIANO" è caratterizzato dalla sostanziale carenza di una politica di sviluppo dell'Ateneo.Le difficoltà derivanti da una legislazione insicura e contradditoria, la scarsità di risorse da destinarsi al personale docente e tecnico amministrativo, la totale incertezza sull'assegnazione del FFO per l'esercizio finanziario 2008 non vengono considerati come elementi prioritari e pertanto il PIANO non offre una visione organica del problema.
Questo modo di concepire le interrelazioni impedisce una valutazione esatta della questione e impedisce una soluzione anche in termini di sola prospettiva.C'è poi un'altra contraddizione oggettiva. Mentre si fa un costante riferimento all'assenza di una politica di sviluppo, di esigenza di programmazione, di assenza di investimenti sulla ricerca e sulla innovazione tecnologica, da parte dei Governi che si sono succeduti in questi anni, prendiamo decisioni occasionali e frammentarie che sono la negazione di un minimo di organicità.
Un'ultima considerazione, e, di natura politica: questo modo di imporre il problema da parte del Governo, conferma che l'unico obiettivo che si intende perseguire è la riduzione della spesa pubblica, riversando i costi sui soliti soggetti e in questo caso sulle strutture fondamentali per lo sviluppo del paese,e cioè, sulle Università. Certamente non è con questi interventi finanziari, né con questi metodi che possiamo affrontare i gravi problemi delle Università, che da un lato si pongono a confronto con le altre dei paesi europei e dall'altra si ripropongono di rimediare al deficit della formazione e del sapere che sono i punti centrali per garantire un futuro ai giovani ed al paese.
Per queste considerazioni mi sono astenuto, non perché sono contrario, ma perché voglio sottolineare la negatività del metodo. Non è con una politica occasionale che possiamo affrontare i gravi problemi strutturali dell'Università.

Vincenzo Trezza
Consigliere di Amministrazione

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